Fabio Bazzani è stato sentito dalla Gazzetta dello Sport Bologna.
Un estratto delle sue parole.

L'esodo dei tifosi Fortitudo a Pesaro. È stato qualcosa di grande. La trasferta non era scomoda e al ritorno in A dopo tanti anni in molti non volevano mancare, ma un numero del genere è clamoroso e testimonia l'attaccamento alla squadra di un pubblico unico. Dove ti giravi c'era del biancoblu.
È un fatto di amore viscerale per il proprio simbolo, un senso di appartenenza che va oltre il risultato. Abbiamo vissuto più momenti di sofferenza che di gioia, ma nella sofferenza questo pubblico si è unito ancora di più. C'è un adesivo che dice: la Fortitudo è un sentimento, le altre sono solo squadre.

Sofferenza per le sconfitte o per il pericolo di scomparire? Le finali scudetto perse sono nulla in confronto a quello che abbiamo vissuto dopo. C'è stato anche un anno di non esistenza con la tifoseria spaccata fra Budrio e Eagles, abbiamo rischiato di rimanere senza il nostro simbolo. Saremo sempre grati alla Fossa, a Pavani, a Muratori. Ci hanno sempre creduto ripartendo dal basso e dandoci un futuro.

1400 ISCRITTI PER IL CANALE TELEGRAM DI BOLOGNABASKET
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI