Il Corriere di Bologna, in un articolo a firma Marco Vigarani, ha raccolto le opinioni di alcuni ex giocatori e tifosi illustri di Virtus e Fortitudo sulla questione capienze.
Un estratto delle loro dichiarazioni.

Roberto Brunamonti - La base del dibattito dovrebbe essere almeno il 50% della capienza,­ a maggior ragione pensando a quello che accade all'estero. Non è soltanto una questione di incassi al botteghino ma anche di passione, di orgoglio di un proprietario che vuole far vivere la squadra al suo pubblico.

Giacomo Galanda - Senza una capienza al 100% i conti non tornano, ma perché è stato fissato il 35%? Ci è stata imposta una limitazione senza spiegarla. Se sussiste un pericolo specifico, ce lo dicano. Dobbiamo tenere conto anche di un impatto psicologico: questo limite genera insicurezza nei tifosi e infatti la risposta in tutta Italia per ora è stata tiepida.

Gianluca Basile - I proprietari come Armani e Zanetti sono due: tutti gli altri come fanno? Il pubblico è l'unica certezza di cui non si può fare a meno sul piano tanto economico quanto emotivo. Bisogna fare in modo che il campionato parta ma anche che tutti i club riescano a finirlo.

Renato Villalta - Il danno economico e sociale di questa chiusura è spaventoso ma non arriverei a minacciare uno sciopero. Sarebbe come darsi ulteriormente la zappa sui piedi. Questa è una terza guerra mondiale e dobbiamo combatterla con messaggi positivi. Oltre a protestare, cerchiamo di convincere tutti a vaccinarsi per arrivare a restrizioni meno limitative.

Gianluca Pagliuca - Lo sport indoor non vive di diritti tv come il calcio quindi il governo si metta una mano sulla coscienza. Così le società rischiano di morire.

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