Luca Baraldi è intervenuto in diretta durante la trasmissione Sport Live su TRC.
Ecco le sue parole ai microfoni di Luca Muleo, inviato nella sede di Segafredo Zanetti Italia a Rastignano.

Il dottor Zanetti quando abbiamo acquisito la quota in Virtus aveva promesso il ritorno in Europa ai tifosi e soprattutto in forma privata al presidente Bucci. Il ritorno in A1, l'anno scorso noi come proprietà abbiamo pagato il prezzo dell'inesperienza. Abbiamo fatto tesoro degli errori e siamo ripartiti, reimpostando praticamente tutto.
Per la Virtus arrivare in Europa è un obiettivo importantissimo. Quando giro l'Europa per il ciclismo ci chiedono della Virtus. Tornare in Europa dà lustro e visibilità, e dà la soddisfazione ai nostri tifosi e sponsor di tifare per una squadra che ha ambizioni che vanno oltre i confini nazionali.


Quando il dottor Zanetti ha deciso di intraprendere questa esperienza ha detto che la società doveva diventare vincente. Quindi questo vuol dire anche fare investimenti importanti. L'anno scorso speso molto e raccolto poco. Ques'tanno abbiamo speso qualcosina di più, nel panorama italiano siamo in prima griglia, anche se non siamo l'Armani. Il Corriere ci ha messo quinti in griglia di partenza. Ecco, nella griglia dei costi non siamo quinti, credo che dopo Milano e Venezia ci siamo noi.
L'arrivo di Punter è figlio di queste scelte, mi auguro ce ne siano altre. Mi ha colpito perchè ha voluto un anno solo di contratto, e non pluriennali come altri, perchè è convinto di essere non bravo, ma molto bravo.
Noi vogliamo essere vincenti, e nel caso non perderlo per una questione economica, poi nel caso dipenderà anche dalla sua volontà. Ne parleremo in primavera, nel caso cercheremo di aggiungere un pezzo e non di perderne uno.


Vista la risposta degli abbonamenti per il futuro si valuterà anche la Unipol Arena? La scelta del PalaDozza è stata vincente. Certamente speriamo che il numero di persone che la vogliono vedere cresca, cerescendo i risultati. La Virtus è della gente e dei tifosi, e nel caso bisogna mettere a disposizione dei tifosi un contenitore che possa contenerli tutti. Credo che la Unipol Arena possa tornare utile, già quest'anno avevamo pensato di giocarci in Europa, facendo prezzi anche più popolari. Parlando con Claudio Sabatini, non c'erano le date, il palasport era già impegnato con eventi. Ma non escludo di valutarla in futuro, o addirittura avere una Segafredo Arena a Bologna, è uno dei miei sogni, chissà che tra 5-10 anni non ci sia la voglia di costruirla, d'accordo con tutte le istituzioni. E' un sogno, nello sport bisogna stare coi piedi per terra ma avere voglia di sognare.

La squadra che affrontiamo stasera, sulla base dell'analisi del nostro DS Marco Martelli, è la più forte del girone.

La scelta del 6+6 è stata fatta perchè a oggi il talento e l'esperienza degli americani servono ancora molto, e anche per far crescere i nostri giovani. Sono convinto che Pajola diventerà un ottimo giocatore a livello italiano ed europeo. Quindi una scelta fatta per avere più risultati nell'immediato, ma anche per aiutare la crescita del nostro futuro.

La scelta di Sacripanti è stata un "ripiego"? Non abbiamo mai nascosto di volere Trinchieri, era la nostra prima scelta e l'abbiamo effettivamente contattato. Sfumata questa ipotesi, per sua scelta e non per una questione economica, a quel punto siamo andati direttamente su Sacripanti. Volevamo un allenatore italiano, di profilo internazionale e con grande esperienza. E Sacripanti ha questo profilo. E ha avuto un atteggiamento anomalo, ha accettato subito, prima ancora di parlare di cifre. Una motivazione enorme, che ci ha convinto immediatamente. E questa la mette in campo. La partita di Trieste l'anno scorso l'avremmo persa. Un esempio: Baldi Rossi l'anno scorso non era nè carne nè pesce, quest'anno ha iniziato la stagione alla grande e domenica è stato decisivo, da gregario sta diventando un primattore. Merito di Sacripanti, e del suo staff, che però ha scelto lui.

Punter a Milano l'anno prossimo? Non so che scelte farà, ma se va via non va a Milano. Fino a dove arriva Milano, ci arriviamo.

Tutto comunque, anche il sogno della Segafredo Arena, è in funzione di quanto questa città - e non parlo dei tifosi - vorrà supportare questo progetto con le sponsorizzazioni. La Virtus non è di Segafredo, noi abbiamo il 40% e ora la stiamo supportando al 90%. Ma non possiamo fare tutto noi, bisogna che la città ci stia un po' dietro. Speriamo che ci siano imprenditori-tifosi che ci aiutano, che siedano in CDA. Qualche proposta l'ho fatta. Oggi per fare un'Eurolega ci vuole un budget da 30 milioni di dollari, che è tre volte quello che spendiamo noi. Per noi la Virtus non è un fatto commerciale, è un fatto di cuore, fatto dal dottor Zanetti per riconoscenza nei confronti della città.
Questo progetto può diventare un grandissimo progetto di basket europeo, ma serve che la città ci sia.


Milano è la più grande società italiana di basket, non ha avuto competitor in questi anni. Domina sul campo e nelle stanze istituzionali, e questo non va bene. A volte mi sembra di rivedere l'atteggiamento della Juventus alle assemblee della Lega Calcio. Non conta solo il denaro, e tutte le società hanno la loro dignità. Il basket è molto più bello del calcio, e lo dico da uno che fino a tre anni fa non conosceva questo mondo e nel calcio c'è stato a lungo.

La Fortitudo? Io penso che debba tornare in A1, sarebbe un valore anche per la Virtus. La caduta della Fortitudo ha coinciso anche con quella della Virtus. L'antagonismo deve essere solo sportivo, sotto il profilo societario e della gestione dell'impiantistica dobbiamo essere in accordo. Siamo due aspetti dello stesso mondo. E anche fare fronte comune per certe scelte strategiche del baket italiano, anche per arrivare a rivaleggiare con Milano.
Il trofeo Porelli contro la Fortitudo l'abbiamo voluto per questo. Per me la Fortitudo in A1 è un valore. Poi è chiaro che in campo vogliamo vincere.


Come è stata ottenuta la wild card? La FIBA quando noi siamo tornati in A1 ci ha chiesto documentazione sul progetto che avevamo per la Virtus. Dopo che l'anno letto - dato che la Virtus è un brand importantissimo per il basket europeo - sono venuti giù, ci hanno incontrato e ci hanno chiesto se eravamo disponibili. Ci avevano già chiesto anche per l'Eurocup, ma noi siamo filo-istituzionali, e la FIBA la riconosciamo come istituzione sportiva, oggi.
Oggi è difficile trovare un equilibrio tra le due entità, ma è un errore non trovarlo, e qui dovrebbero gicocare un ruolo le diplomazie. Ci vorrebbero club che ragionino nell'interesse del basket e non del proprio orto. Quando sarà il momento, noi vorremmo fare un passaggio morbido verso l'Eurolega. Ma io sogno un'istituzione sola, magari con tre coppe.
Oggi non ci sono diritti televisivi nel basket, ma secondo me il basket vale più della serie B del calcio, e dobbiamo farlo conoscere a ogni costo.


Proli è un grandissimo manager, ha fatto tanto per il basket italiano, ma deve confrontarsi con un basket che sta cambiando. Ci sono grandi proprietà, non solo noi. Questo valore va portato avanti.
Oggi l'Eurolega viaggia per suo conto, è gestita come l'NBA. Così il basket non crescerà mai. Andrebbe portata a livello istituziona.e E se non aumentiamo i ricavi, i giocatori bravi arrivano solo se ci sono mecenati che ogni anno mettono in perdita milioni di euro. Ma è sempre più difficile. Dobbiamo sfruttare il momento in cui siano noi, Armani, Brugnaro, anche la FIAT... e andare a discutere in Europa, non col cappello in mano. Noi siamo i paladini di questo tipo di messaggio, e voglio portare in Lega un progetto alternativo di sviluppo del basket.




2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91