Luca Baraldi, che in settimana entrerà nel CDA Virtus, è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Ecco le sue parole:
Meglio di così non potevamo sperare di partire. Si, forse è un record del mondo, anche perché è un trofeo che arriva dopo tantissimi anni in cui non si era riusciti a vincere, proprio in coincidenza col nostro ingresso. Comunque un grandissimo risultato, perché nello sport non esiste nulla di facile,nessuno ti regala niente e nemmeno Biella e le altre l’hanno fatto. Siamo nati sotto buona stella e ce la siamo meritata, qualcosa in più degli avversari l’abbiamo dimostrata.

Come fa questa Segafredo a vincere tre partite in tre giorni, con tutti i problemi che ha avuto e contro avversarie che stavano meglio fisicamente? Perché è una squadra che ha ottimi valori tecnici, ma soprattutto uomini di riferimento importanti, capaci di caricarsi tutti sulle spalle e coinvolgereogni singolo elemento. E quindi un allenatore in grado di mettere insieme questa doppia dimensione di grande valore, tecnica e umana.

Alla fine siete andati tutti ad abbracciarlo, il tecnico. E’ Ramagli il simbolo di questa Virtus? L’ho sempre detto, è il simbolo perché è quello che ha dato un’anima a questa squadra. Nei momenti difficoltà sa sempre rivolgersi al giocatoregiusto per risolvere il problema. Il grande merito è averlo costruito così questo gruppo, molti uomini li ha scelti lui, assieme a Bucci e Trovato, e ha saputo partire dalla persona prima che dall’atleta. Siamo contenti, anche se certo non finisce qui.

Testa bassa e pedalare. Abbiamo vinto una bella tappa di montagna, ma il Giro e il Tour sono ancora li da conquistare.

Teoricamente, questo trofeo aprirebbe le porte dell’Europa, a voler sfruttare la wild card in palio per la vincitrice, che andrebbe a giocare la Fiba Europe Cup, sempre che gli accordi Uleb-Federazioni non portino da altre parti. La Virtus merita di entrare in Europa dalla porta principale, non ci piacciono le scorciatoie e non sarà questa coppa a segnare il ritorno europeo.Avere buoni rapporti con le istituzioni come la Federazione o gli organi internazionali, come credo fosse nelle intenzioni del presidente Bucci, non è solo normale, ma un dovere. Questo sempre, a maggior ragione nel caso di una società che sta cambiando proprietà e che ha i suoi obiettivi per ilfuturo. Wild card, Eurolega, ora è prematuro fare questi discorsi, sono molto lontani. Ragionamo un passo alla volta. Io credo che prima di tutto ci si debba attrezzare dal punto di vista sportivo e strutturarsi come organizzazione, sia sul piano aziendale che tecnico.

Si è parlato della possibilità di un turnover per l’ultima parte del campionato, lasciando a sedere un giocatore senior, per tenere a referto gli under e non perdere il premio economico. La Virtus non fa questi ragionamenti. Non sarà qualche migliaio di euro a influenzare le strategie tecniche, decise da chi cura la parte sportiva. Non ci faremo condizionare da queste situazioni, perché non so dove saremo alla fine del campionato, ma so che non dovremo avere rimpianti. Puntiamo alla miglior posizione possibile, mica vogliamo andare a Roma senza vedere il Papa.

Niente turnover e un sì al mercato, quindi. Come ha detto Bucci, se si vedrà la possibilità di migliorare il roster con un’aggiunta, noi siamo disponibili a sostenere l’operazione. Vogliamo arrivare ai playoff con il gruppo al completo, sulla base delle idee dello staff tecnico e dirigenziale. Se loro ritengono manchi qualcosa, bisogna che lo andiamo a cercare. Posso garantire che lo faremo.

Il 22 marzo ci sarà l’Assemblea della Virtus e il nuovo Cda nel quale entrerà anche lei. Il resto della squadra sarà confermato? Abbiamo la massima fiducia in Bucci, Vecchi e Trovato, e i risultati d’altronde parlano da soli. La macchina va e non c’è motivo di cambiare nulla.

Nel futuro manageriale cosa accadrà? La Virtus dovrà essere sempre adeguatamente strutturata in base al campionato e agli obiettivi, come lo è in questo momento.

Come si chiede in politica: nei primi 100 giorni quale sarà la priorità di Segafredo? Onestamente, nei primi 100 giorni, spero intanto si vada ai playoff e poi in serie A. L’auspicio è finire la stagione vincendo l’ultima partita dell’annata sportiva. Per noi in realtà saranno giorni di studio, per capire dove siamo arrivati, perché finora la Virtus l’abbiamo vista da fuori e non da dentro.Entreremo in punta di piedi, cercando di capire la realtà della società e più in generale come funziona il mondo del basket.

Dovesse scegliere, fra vincere il Giro e la promozione in serie A? Non ho neanche un dubbio. Dico sicuramente la promozione.

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