Luca Baraldi, presente anche ieri in palestra all'allenamento Virtus, è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

Si lavora e si va in vacanza tutti insieme. Questo è il momento di non mollare, di non pensare di aver risolto i problemi. Perché altrimenti ce li ritroviamo davanti.
Final Eight più vicina? Non è lontana ma non dobbiamo pensare di esserci arrivati, a partire dalla gara del 2 gennaio contro Pistoia. Poi la trasferta di Avellino, molto difficile, e infine Reggio: l'ho vista battere il Bayern, hanno messo a posto il roster, nonostante siano quattro punti dietro per me sarà uno scontro diretto. Servono tre successi per essere sicuri. L'obiettivo è questo, le due vittorie consecutive non lo cambiano. È un campionato molto equilibrato, si può vincere e perdere contro tutte. Senza la giusta concentrazione si soffre ogni volta: non avessimo battuto Torino e Varese saremmo in fondo.
Per Gentile si parla già di rinnovo? Prematuro, ne parleremo con lui e il suo agente verso la fine della regular season. Faremo il possibile perché rimanga, a meno che non gli arrivi qualche chiamata oltre oceano: la linea resta rafforzare la squadra mantenendo i bilanci sani.
Il bilancio della proprietà fin qui? Siamo orgogliosi di aver accompagnato la Virtus verso il palcoscenico che merita. Sono stati raggiunti in modo velocissimo obiettivi che sembravano lontanissimi. Sa qual è la cosa bella però? Abbiamo ancora tante soddisfazioni da levarci, non dico che ci sentiamo all'inizio di un percorso, ma quasi. L'ultimo colpo di mercato? Anche qui aspettiamo la fine della regular season.
Il 2018 societario? In primavera ci sarà bisogno di fare un aumento di capitale, per il nostro 40% siamo pronti.
Santal potrebbe arrivare come sponsor? Ci sono trattative in corso, come con altri. Ed è una trattativa importante, della quale mi occupo in prima persona. Però ancora nulla è deciso, mi auguro possa andare a buon fine.
La diatriba in corso tra Lega e FIP? Quello dell'eleggibilità è il tema principale. Io capisco entrambe le posizioni, fra i club che hanno bisogno di libertà di investire e una federazione preoccupata di dare impulso al basket italiano. La mia idea, personale, è che ci dovrebbero essere meno stranieri e di maggior qualità. Altrimenti solo i grandi club possono permettersi stranieri di alto livello, penalizzando quelle società che con sacrificio e programmazione cercano di investire con le proprie risorse. La nostra scelta è chiara: puntare sui giovani italiani, investire anche nelle strutture come la foresteria. O su americani di livello, gente che ha già vinto come Lafayette e Slaughter, o che ha dato continuità al progetto come Umeh e Lawson. E che infatti non sta deludendo le attese.
La priorità Virtus per il 2018? L'obiettivo più importante è mantenere inalterato il grande parco abbonati, sarà la nostra forza. Dobbiamo far sì che gli oltre cinquemila facciano la corsa al rinnovo: sarà la nostra stella polare.

DIAWARA: ALLA FORTITUDO UN'ESPERIENZA BELLISSIMA
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91