Daniele Baiesi - DS bolognese del Bayern Monaco - è stato sentito da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.
Un estratto delle sue parole.

Partita come le altre o qualche emozione in più? Onestamente ne ho avute molte all'andata al PalaDozza: l'ultima volta ci ero stato nel 2009, vincendo con Biella contro la Fortitudo.
Che partita si aspetta? La Segafredo ha una sommatoria di talento ed esperienza che noi non abbiamo, a cominciare da Teodosic e Shengelia. Il nostro "uomo franchigia" è Lucic, che è fuori per infortunio e a questi livelli si è costruito: è la differenza che c'è fra un nobile e un arricchito".
Quale può essere la chiave stasera? "Abbiamo gli infortuni di Lucic, Obst e Sisko, dovremo fare affidamento sull'approccio difensivo sapendo che a certi livelli ti sbatti con impegno ma gli altri sono bravi. La loro classifica è più severa di quello che si è visto sul campo, perché hanno lasciato punti tipicamente da rookie a Kaunas oppure Atene col Panathinaikos.

Cosa le piace della Virtus? Hanno gioco interno e perimetrale, un fenomeno dal pick and roll, un giocatore dalla doppia dimensione come Mickey e uno fantastico come Ojeleye che è stata una presa eccezionale con un livello di fisicità insospettabile per un rookie. La Virtus dirà la sua per i playoff e se ci arriverà sarà un brutto cliente per tutti.

Come è stato il percorso per arrivare alla licenza pluriennale? Sono arrivato al Bayern nel 2017 e la vittoria nel campionato tedesco ci ha aperto la porta dell'Eurolega. Come la Virtus ce la siamo guadagnata sul campo e poi l'abbiamo mantenuta dotandoci di una struttura societaria che come prima cosa mi ha assunto a tempo pieno dotandosi della figura di ds che prima non c'era. Poi si è agito in altre aree all'interno di una struttura da 70 dipendenti che vende 18 milioni di euro di sponsorizzazioni. Abbiamo un marchio e un mercato che all'Eurolega interessa: siamo il Bayern di Neuer, Lewandowski e prima ancora Rummenigge, Kahn, Hoeness. Poi, sulla loro onda, arriviamo noi".

Andando verso un allargamento dell'Eurolega pensa che sia ancora possibile farla coesistere con i campionati nazionali? Lo sostengo da quando facevo il giornalista, oltre venti anni fa. Arriverà un momento nel quale le squadre di un certo livello dovranno aggregarsi ai campionati dai playoff in avanti, come succede già in Serbia. Capisco che ai piccoli club facciano comodo gli incassi con le big, ma non si può fare oscurantismo, che è l'opposizione del progresso: abbiamo la testa nel 2023 ma i piedi ancorati al 1980".

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