A non riuscire ad alzare i ritmi e le percentuali, annegando nelle occasioni e nelle palle perse, si fa il gioco preferito dell’Armani Jeans: la Climamio esce sconfitta da Assago per 66-73, tradita soprattutto dai suoi esterni, incapaci di mettere punti sul tabellone e di arginare l’MVP della serata, Djordjevic. Gara 2 di finale si dipana così, sorridendo a Milano e alla sua maggiore intensità su entrambe le metà campo. E se poi alla fine le cifre dicono 39% Olimpia e 49% Fortitudo, è la prova che le cifre a volte sono pinocchie. Con un secondo tempo da zero rimbalzi offensivi e 14 perse, non si va da nessuna parte.

La gente sciama nel Forum, mentre le tifoserie schermagliano verbalmente e i bolognesi gridano “noi non siamo romagnoli” alla curva milanese che decanta la versione coprofila di “Romagna Mia”. Tra la vipperia di casa, ed un Claudio Sabatini che – vai te a sapere se vero o no – ammette un tifo Fortitudo, Blair fa da capopopolo al boato che accoglie l’AJ al momento della presentazione. Fuori, ad un km di distanza dal Forum, ancora bagarini alla ricerca dell’ultimo incasso. Ecco com’è che va il mondo, pensando a dove stava l’Olimpia fino ad una dozzina di mesi fa.

Repesa sorprende subito, riproponendo il quintetto base di Roma 4: dentro Romba, Lorbek e Rancik accanto al Serpentaro e Mancinelli. Da brividi, visto l’impatto roboante di Singleton che mangia Rancik: 4-10 in 4’, ma McCullough non sfrutta gli spazi lasciati dalla difesa, Lorbek è morbido in sospensione e Rombaldoni trova i primi punti di questi suoi sbilenchi playoff: impatto a 10. Poi Milano pressa, e alla prima azione Romba la passa a Galliani. Benessum, direbbe Mingardi, mentre Repesa un po’ alla volta ricostruisce il mosaico dei titolari. Questi aumentano l’intensità difensiva su rimbalzi e vaganti, ma hanno mani quadre: Mancinelli recupera ma sbaglia il +1, Djordjevic fa 3 alla sua maniera (contropiede e arresto dall’arco), prima di fare 3 anche alla voce falli. A Basile non riesce l’Ignoranza allo scadere, 13-17 al 10’.

Non è però un bel risveglio, per la Climamio, quello dopo la minisosta: tra la difesa di Coldebella che lascia lividi e niente altro a Basile, i coast to coast folli di Rombaldoni e uno sfondo di Bagaric il punteggio non si muove. Buon che Milano risponde con cross da 3, a parte un gioiellino di Calabria per il +5. Ma Rombaldoni si redime, trovando il terzo fallo dell’oriundo, e Repesa gli perdona un libero tirato alla Alessandro Andrei prima di mettersi a zona. Schultze e Blair puniscono, poi Lardo fa uguale. Basile risponde con airball, poi un altro buco della difesa costringe Bagaric ad un antisportivo su Schultze. La Mano torna a uomo, intanto non viene usato lo stesso metro su un autoscontro a metà campo tra Coldebella e Basile, Smodis e Schultze usano il randello reciproco, e la F da fuori non la mette mai. Tante occasioni sprecate, e un tabellone anche misericordioso con la Fortitudo, vista la qualità del proprio attacco. Nervosismo, paroloni tra Basile e Gigena, e un Douglas con problemi (troppi) al tiro. Si viaggia sempre con una manciata di punti di svantaggio, anche se il terzo fallo di Bagaric prima e Rancik poi non sono buone notizie in casa F. 28-32 alla sirena: affarone, visto lo zero su dieci da tre.

Si riparte con mani buche, un istant replay che non fa felice Repesa, e il solito ritmo lento – ritmo Olimpia che non aiuta Bologna. Ma Milano non è da meno: McCullough fa ferri, Singleton si strozza con una schiacciata abortita, prima di riscattarsi asportando il quarto fallo di Lorbek. 23 minuti, e arriva la prima tripla F, firmata Smodis. Due di fila però la Climamio non ne imbrocca proprio mai, e se Milano non deborda è perchè anche i padroni di casa, quando c’è da finalizzare, non hanno mira felice. Altro istant replay che dà ragione agli arbitri (stavolta su manina alzata di Lardo), Djordjevic viaggia – di gambe e di fosforo – al doppio di Rombaldoni, 36-45 di massimo vantaggio AJ. Si sbloccano gli attacchi, e buon per la F che Douglas e Belinelli fanno 3 a testa, perchè con Djordjevic in erezione agonistica il divario potrebbe allargarsi a dismisura, ma resta a cifra unica (42-51) al 30’.

Questione di attimi, e McCullough tripleggia il +12. Bologna allo sbando: palle perse a dismisura, Calabria +15 per chiudere un 10-0 di break interno. Questione di occhi: saranno quelli della Climamio uguali a quelli del venerdì sera romano? No: Basile si incespica per l’ennesima volta, e viene panchinato mestamente. Se ci fosse un punto in regalo ad ogni palla persa ci potrebbe essere ancora speranza: Repesa mette a riposo i big, e vede Belinelli tripleggiare seguito – ahinoi – da 5 di Schultze. E se poi, dopo due cesti di Mancinelli, a rispondere è Djordjevic, allora per la F ha ragione il “due aste” che chiede l’inchino davanti a Milano.

Blair e Singleton si fermano per il gimme five al pubblico, mentre il pubblico biancorosso inneggia a Dj e prende nota delle prevendite: la serie si allunga, vedremo a chi tremeranno prima le gambe. Per ora, ne mancano due sia a Bologna che a Milano.

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MILANO - FORTITUDO, GARA 2: PAGELLE, STATISTICHE, INTERVISTE