Pietro Aradori, intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna, ha spiegato cosa significa per lui giocare con la Nazionale al PalaDozza.
Un estratto delle sue parole.

Sarà una partita speciale perché è una tappa fondamentale delle qualificazioni ai Mondiali, ma soprattutto perché siamo a casa mia. Mi esalto a giocare in questo palazzo, mi piace il calore della gente a ridosso del campo nelle mie partite con la Virtus. È una sfida che mi carica il doppio.
Bologna è un posto speciale per giocare a pallacanestro? È diverso da tutti. Respiri la passione per strada, nei bar, nei ristoranti, negli sfottò fra le due tifoserie. C'è una squadra di calcio molto seguita, ma il primo pensiero è sempre per la pallacanestro.
Come mai questa talentuosa generazione ha raccolto meno risultati del previsto? Ci sono mancate piccole cose, non sempre siamo stati fortunati. Abbiamo raggiunto tre volte i quarti di finale agli Europei, giocandocela sempre a parte l'ultimo anno con la Serbia. Per non parlare del Preolimpico con la Croazia, una partita che avevamo quasi portato a casa e persa ai supplementari. Una enorme delusione in casa, davanti a 15 mila persone. Lavori tanto, ma a volte per un'unghia non riesci a fare quel passo in più che ti porta al successo.

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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91