Alla vigilia della trasferta di Cremona Pietro Aradori è stato intervistato da Stadio. Ecco un estratto delle sue parole.

Cremona è una trasferta difficile davvero. All'andata li avevamo battuti. Era un periodo che le gare punto a punto le perdevamo tutte. Quella la portammo a casa. Battere Cremona ci consentirebbe di proseguire e consolidare la vittoria di Brescia e di restare attaccati al quarto posto. Vogliamo provarci fino alla fine, perché vogliamo i playoff.
Le sette partite che restano? Tutte difficili, senza dubbio. Cremona, e poi la partita in casa con Avellino. Sembra una risposta di facciata ma è davvero così: sono tutte difficili. C'è talmente tanto marasma dal quinto al nono posto, bastano due vittorie per decollare e due per rintuzzare.
Il quinto posto attuale rispecchia quanto fatto fin qui? Sì, credo sia giusto. Abbiamo fatto tante belle partite, giocato un bel basket, ma qualcuna non l'abbiamo portata a casa nonostante un grande vantaggio. Non riuscivamo a chiuderle, e abbiamo perso.
Il fattore infortuni? Ha inciso, sì. Ci siamo presentati nel momento clou della stagione senza essere al completo. In Coppa Italia, negli scontri diretti. Se ti mancano i giocatori importanti si sente, è normale. Adesso? Dobbiamo solo andare in campo convinti di noi stessi, cercando di fare punti a partire da Cremona.
C'è stato un momento in cui la stagione è svoltata? Un momento esatto no. La vittoria conno Brescia è servita, la reazione contro Venezia anche. Ma la stagione è svoltata quando chi non aveva capito bene il proprio ruolo ha iniziato a capirlo. Chi? No, io parlo in generale. Perché in una squadra ci può essere sempre qualcosa che non va, in te o nei compagni. Ma quando lo capisci, tutto va a posto.
Pozzecco alla Fortitudo? Gli faccio i miei auguri, un grande in bocca al lupo. E poi sembra quasi un déjà vu degli inizi del Duemila. Pare di essere tornati indietro di tanti anni.


(foto Giulia Pesino)

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