Pietro Aradori è stato sentito da Dario Ronzulli per Tuttosport. Un estratto dell'intervista.

"È una situazione che fa cambiare obbligatoriamente la quotidianità ad ognuno di noi. Io ormai mi sono adeguato e ho un ritmo abbastanza regolare: esco solo per fare la spesa sotto casa, faccio un brunch, guardo la tv per informarmi o per vedere serie tv e film, nel pomeriggio mi alleno a casa usando quello che posso comprese le scale, leggo libri. Ho ripreso anche a giocare ai videogiochi ma non si può dire che sia un appassionato.
I social? Ci passo il tempo per rimanere in contatto con i miei tifosi ma anche per informarmi. Li uso anche per cose più leggere, come quando ho fatto un video scherzoso in cui ho scoperto di avere una lavatrice in casa.
I giocatori che se ne sono andati? Non voglio giudicare chi ha deciso così, non so come avrei reagito io al posto loro avendo la famiglia dall'altra parte del mondo a 7­-8 ore di volo. Non è affatto una situazione facile da gestire.
Le iniziative benefiche? Non solo sono nato a Brescia ma sono nato proprio in quella struttura che in questi giorni sta vivendo un momento difficilissimo ed è al limite dello stremo o forse già oltre. Ho grande piacere nel poter dare una mano nel mio piccolo, facendo il possibile. Sono cose che mi sento di fare, è impossibile d'altronde rimanere insensibili a certe notizie o a certe foto come i mezzi militari a Bergamo. Ho dato il mio contributo anche per la raccolta fondi per l'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, che è un'altra città a cui sono legato non soltanto perché gioco nella Fortitudo. Per chi volesse contribuire con una donazione può trovare il link alla raccolta sui miei profili Facebook, Twitter ed Instagram."


FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO

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