E' stata la telenovela della primavera-estate, con un titolo che piacerà molto all'addetto stampa Fortitudo, che in casa propria ha prima il poster di Renato Zero e poi, spazio sulle pareti permettendo, foto della famiglia. Triangolo, con la Virtus e Aradori litiganti e il terzo, in attesa, e pronto a godere. Che tra l'ex capitano bianconero e la sua ex squadra ci fossero i margini per la separazione e approdi alternativi cittadini, tra giornalai lo si è iniziato ad annusare a fine aprile. Quando abbiamo iniziato a nasare la crisi di governo virtussina e scoperto che, tra le possibilità, c'era anche quella, all'epoca timida e solo con mandati esplorativi, della Fortitudo. Che poi tra il dire e il fare non ci fosse solo e il ma anche una vera e propria trattativa, ovviamente, lo si è saggiato con il passare del tempo. Con la lenta terra bruciata creata attorno all'amore tra Aradori e la Virtus, la scoperta che la prima scelta era sempre in città, e tutto il resto.

A dire il vero, nelle novelas ci sono colpi di scena e cambi di trama: qui, invece, non si è mai pensato al se, quanto piuttosto al quando, dato che era palese che in Virtus Aradori non ci sarebbe potuto stare, e che la Fortitudo, tutto sommato, al giocatore non dispiaceva. E non stiamo nemmeno a rifare il lungo elenco di passaggi da una sponda all'altra della città: lo avevamo fatto due anni fa con Rosselli, basta solo aggiornarlo. Siamo nel mondo del professionismo, e pensare che il battersi il petto e dichiarare le proprie passioni sui social sia qualcosa di eterno, ormai, è roba a cui non crede nessuno. E allora via la rimozione dell'ex numero 21 (e chi ha la maglia cosa farà, Ebay?) e abbraccio da parte della nuova sposa.

Che farà, quindi, la Fortitudo con Aradori? E Aradori con la Fortitudo? Intanto, pochi dati statistici: il giocatore per la seconda volta in tre anni riparte da una neopromossa, casualmente bolognese. Ed è un giocatore che negli ultimi due anni, almeno in Italia, i playoff non li ha fatti. Pura statistica, tutto qua. Però, in Fortitudo, Pietro potrebbe trovare un ambiente meno pressante, chissà, dove mettere in campo i suoi pregi senza il mormorio - social e non solo - a sottolinearne i difetti. E diventare, nel suo piccolo, quello che fu Esposito, duemila anni fa, per un'altra neopromossa. La Fortitudo, dal canto suo, si troverà un soggetto che potrà essere leader, simbolo - un Nazionale con questi colori, ma da quanto non capitava? - e punto di riferimento dell'attacco. Toccherà a Martino, a questo punto, valutarne l'impatto difensivo, in una squadra che non pare il non-plus-ultra della dinamicità e dei canini (ma lo si diceva anche lo scorso anno, e i rimedi vennero trovati). Ed, eventualmente, controllarne la serenità una volta in cui minutaggi e altre cose non fossero all'altezza delle aspettative di tanti. Ecco: se Aradori verrà visto come un bonus da spendere con serenità, e non come una scommessa, tante cose andranno per il meglio. Senza eccessi di pretese, nè da una parte nè dall'altra.

1400 ISCRITTI PER IL CANALE TELEGRAM DI BOLOGNABASKET
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI