Pietro Aradori, in una lunga intervista a Fabrizio Fabbri sul Corriere dello Sport, ha spiegato il suo punto di vista sulla situazione che al momento lo vede non rientrare nei piani tecnici della Virtus.
Un estratto delle sue parole.

Francamente faccio ancora fatica a darmi una risposta che abbia un senso. Per carità, le scelte sono scelte, ma ci sono modi e tempi. E' vero, sembra un ricordo del passato quello della vittoria contro Tenerife. Invece ad Anversa, e da capitano, ero il simbolo della Virtus e urlavo insieme con i tifosi una gioia comune. Ricordo tutti i fiumi di parole spesi per la nostra impresa e i complimenti che mi arrivarono. Si vede che poi qualcosa è cambiato...

Dove giocherà? Ho un contratto con la Virtus fino a giugno 2021 e non ho alcune fretta di decidere. Non intendo sprecare energie che invece voglio dedicare alla maglia azzurra.
E' possibile che aspetterà il bonifico in poltrona? Non credo proprio. Non sono quel tipo di giocatore, nè quel tipo di uomo. Ma non corro. Ora sono concentrato sulla Nazionale.
Da tante parti leggo che sono vicino a questo o quel club: Pesaro, Brindisi, Brescia, Roma. Ringrazio tutti però ora non ho alcuna idea riguardo al mio futuro.

La Fortitudo? Rispondo che sono un professionista e ad oggi non ho detto sì o no ad alcun club. Casomai il no lo ha detto la Virtus Bologna a me.
Sarebbe strano se il capitano della Virtus andasse alla Fortitudo. Sono un professionista, ripeto. Valuterò ogni possibilità.

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