Andrea Mingardi - storico tifoso Virtus - è stato intervistato da Giacomo Gelati sul Resto del Carlino.
Ecco le sue parole:

Mingardi, qual è il titolo per una canzone da dedicare alla Virtus in questo momento? «Il titolo più adatto sarebbe 'Sfighè', ma anche 'Tira fuori la pilla'. Ma credo sia troppo facile chiedere a qualcuno di tirare fuori i soldi».

Crede siano stati fatti investimenti sbagliati? «Io credo che qualcosa sia successo, probabilmente sotto il profilo decisionale non si è capito dove andare a parare. Qualcosa stride, soprattutto ritrovandoci all'ultimo posto, in una piazza che conta sette-ottomila persone. Dopo l'ultima partita mi sono spaventato per la resa psicologica».

Sarà a palazzo questa sera? «Sì, anche se contro Capo d'Orlando ho fatto molta fatica, non ricordo di un'altra volta in cui ho cambiato canale. La sensazione è che non sia solo un problema tecnico. Parlare di salvezza è una roba tragica che provoca dolore. Dovremmo domandarci: qual è la nostra mission? Salvarci e avere un cervello che costruisca una proposta per questi ottomila tifosi, un progetto che possa in qualche modo portarci in Coppa Italia, o a fare un turno di playoff».

Tutta Bologna attende smaniosa il derby, ma per il prestigio ci si augura il meglio per entrambe le fazioni. «Non voglio nemmeno prendere in considerazione l'idea di un derby in serie A2 e mi auguro che la Forti tudo possa salire per ridare a questa città uno spettacolo impagabile».

Rimpiange quei giorni? «Il derby è storia, è una ricchezza per la città. E la contrapposizione stimola l'ironia. Ma dobbiamo ricordarci dei grandi giocatori che abbiamo criticato, come Jaric, o come Rigaudeau, è una follia pensarci ora. Ma non è una novità, noi che siamo stati testimoni dell'ultimo scudetto del Bologna siamo riusciti a criticare anche Haller e Nielsen».

Cos'è cambiato secondo lei dalla gloriosa BasketCity a oggi? «Credo sia cambiato il budget, ma è cambiata più che altro la capacità di giocare. Nella 'federazione della sopravvivenza' il minimo richiesto per salvarsi è avere un pivot, un play e un tiratore. Noi abbiamo indovinato il centro, ma diamo la palla a uno che purtroppo non ha trenta minuti nelle gambe. Cosa può fare Valli? Se subentra la rassegnazione si rischia grosso».

Cosa si mormora in parterre? «Un tempo c'era un parterre de roi, dal Magnifico Rettore a Prodi. Ora son scomparsi tutti, fatto salvo Pagliuca. L’altro giorno ne parlavo con Casini, la cosa più straordinaria è il pubblico e sembra vivere esclusivamente di memorie. Credo si debba portare rispetto per quelle due poltrone una volta occupate da Porelli e signora».

Scriverà una nuova canzone per la Virtus se tutto dovesse andare per il verso giusto? «Quando ho scritto l'inno erano gli anni di Brunamonti, Ginobili, Danilovic. Quello è stato un periodo straordinario. Una volta ho costretto Danilovic a fare una corsa di cavalli all'ippodromo e si è divertito come un pazzo. C'era anche Villalta. Adesso non vorrei invitare i giocatori a fare la corsa dei somari»

(foto Corriere di Bologna)

KARVEL ANDERSON DI IMOLA E' MVP DI GIORNATA IN SERIE A2
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE