Amar Alibegovic è stato sentito dal Carlino. Un estratto dell'intervista.

"Nell'ultimo mese sapevo che erano arrivate la partite più importanti dell'anno, per cui mi sono guardato allo specchio e mi sono detto che dovevo rompere gli indugi e dare tutto quello che avevo. Non erano tanto importanti i minuti in campo, quanto il fatto che io dessi il massimo in ogni azione. Questa è stata la mia mentalità fin dall'inizio dell'anno, ma ci sono stati tanti alti e bassi anche perché io forse non ero psicologicamente preparato ad essere sempre pronto. Cosa che mi è riuscita nei playoff.
Dediche? Prima di tutto a me stesso, perché sono stati 6 anni molto difficili. Sono andato al college dove avevo perso la direzione, poi sono tornato e in questi tre anni ho avuto diverse soddisfazioni. Per come mi sono stati vicini è giusto avere un pensiero particolare anche per i tifosi della Virtus Roma che quest'anno hanno avuto una grande delusione. Non per ultimo, ma perché è stato forse l'aspetto più importante, credo che il popolo virtussino sia il vero destinatario di questo successo. Abbiamo sentito il suo calore e il suo sostegno anche quando non potevano venire alle partite. Non vedo l'ora di vederlo tutto al palazzo per provare le emozioni che mi trasmetterà.
Ho vinto più di mio padre? Non ci ho assolutamente pensato. Alla fine di gara-quattro l'ho cercato, ci siamo abbracciati e lui mi ha detto che tutto tornava. E aveva ragione lui perché alla fine sono riuscito a vincere le difficoltà di questi ultimi 6 anni.
Credo che l'energia sia una delle mie qualità migliori sia dentro che fuori dal campo. E' stata una stagione difficile anche per i miei compagni e i tanti alti e bassi rischiavano di condizionarci. Per alcuni di noi questa era la prima esperienza in una grande squadra e questo ci ha aiutato perché ci sentivamo fortunati e volevamo dimostrare di meritare questa maglia"

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