Reduce dall'ultima stagione europea della Fortitudo nel 2008-09, Alessandro Cittadini è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Quella squadra è stato l'esempio di come un gruppo infarcito di grandi nomi può non fare risultato. Eravamo davvero troppi giocatori, addirittura sette lunghi, nessuno aveva un compito ben preciso, per cui ognuno scaricava le colpe sull'altro. Arrivammo persino a fare turnover per responsabilizzare di più gli otto o nove giocatori che scendevano più in campo, ma l'idea non portò il risultato sperato. Retrocedemmo per una serie di problemi, tra i quali quello di una società che non pagava i tesserati.
La querelle con Strawberry? Come giocatore, non era un cattivo ragazzo, anche se fu uno dei primi a tirare i remi in barca quando cominciarono a non arrivare gli stipendi. Per un americano è inammissibile; se c'è un ritardo, "impazzisce". Strawberry era uno di quelli che "rompeva" di più le scatole, ma giustamente. Non si può giudicare un giocatore perché non lo pagano. Credo che quello di portare l'attuale Fortitudo davanti al TAS sìa stato un ultimo tentativo. È chiaro che questa Effe non ha niente a che vedere con quella di Sacrati.
La attuale Fortitudo? È davvero un'ottima squadra. Banks ha dimostrato di essere ancora dominante in Serie A, Aradori è uno dei migliori italiani e Happ è un lungo che mi piace moltissimo. Come minimo dovrà puntare ai playoff.
Cosa servirà per la Champions League? Dovrà distribuire bene i minuti tra i suoi giocatori. Il livello della BCL è inferiore a quello della Serie A italiana, per cui giovani come Totè, Dellosto o Palumbo potranno godere di un minutaggio superiore in quella competizione. La Fortitudo ha la qualità per poter competere con le prime del girone in cui è stata inserita. Ma per poter ottenere buoni risultati su due fronti bisogna giocare in dodici, anche perché Banks, Aradori e Mancinelli non sono più dei ragazzini"

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92