Stavolta non servono triple ignoranti, ma solo un po’ di testa, il minimo indispensabile per ricordarsi di un potenziale che va ben oltre le possibilità di salvezza se la concentrazione regge. La Fortitudo fa saltare Desio dopo il classico primo tempo da trasferta, ovvero disastri sia davanti che dietro, andandola a riprendere piano piano dolce dolce, e portarla a casa senza bisogno di eroismi balistici ma solo tanta, tanto fosforo.

Si parte con ritmi soft, senza grandi esplosività, e con la zona Fortitudo a limitare il primo, peraltro timidissimo, tentativo di prendersi inerzie e limitrofe. I soliti problemi a rimbalzo, poca incisività davanti, e malgrado la possibilità semiutilizzata di Daniel di potersi fagocitare il poco reattivo Simioni, le prime triple del match (Burnell in entrambi i casi) portano al 10’ Cantù avanti 21-16.

Il primo segnale di Robertson è però anche l’ultimo della Fortitudo prima di uno di quei tanti blocchi esterni a cui siamo abituati: voragini difensive, coperta che non riesce a coprire tutta la propria metà campo, e zona che stavolta diventa uno scolapasta. Ergo, 10-0 prima, poi vantaggio canturino che – complice anche un tecnico alla panchina F – arriva al 42-27. Difesa sonnolenta, attacco che attira le altrui stoppate, 46-32 Cantù al 20’.

Cambio di facce dopo l’intervallo, e Fortitudo che entra in modalità maggior concentrazione sia davanti che, soprattutto, dietro. Cantù palesa limiti gestionali imbarazzanti se costretta a pensare, mentre in attacco la Fortitudo trova le cose semplici: Leunen a fare da boa, Aradori e Robertson a sparare, Daniel a sparecchiare sotto. Risultato, 13-2 di break nella seconda parte del parziale, quasi aggancio a -2 e 30’ che arriva sul 56-52 interno.

La prova a spareggiare Pecchia, ma il -7 viene ricucito nuovamente da una Fortitudo che vola sulle ali degli ex, Aradori e Leunen. Pur sbagliando un libero, Sims impatta a quota 70 a 130” dalla fine, poi è un gioco di episodi: bomba di Burnell, liberi di Sims, Aradori cicca il sorpasso, +2 dalla lunetta di Collins a 19”, Sims fa pari a 11”, Young non fa al ferro, supplementare a quota 74.

Bomba di Stipcevic per il sorpasso, ma non è l’onda giusta perché Burnell continua ad averne, e qualche sbavatura offensiva è un handicap che riaffossa Bologna a -5. Ma non è finita: liberi Aradori, tripla Robertson, e nuovo sprint. Collins cicca, Leunen si beve il proprio difensore e schiaccia a difesa (non) schierata, Clark sbaglia l’ennesima decisione della sua partita, e stavolta il viaggiare evita le buche più dure ed è gioia Fortitudo.


(Foto Pallacanestro Cantù)

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