Il giorno del ritorno della Virtus in Europa uno degli "eroi" delle vittorie del 1998 e 2001 - Alessandro Abbio - è stato intervistato da Luca Sancini su Repubblica.
Un estratto delle sue parole.
Com'era allora portare in giro la Vu Nera? Beh, c'era la consapevolezza che la Virtus fosse una squadra competitiva. Era una grande e naturalmente finiva sotto i riflettori. Non potevamo nasconderci di giocare da favoriti. Mica facile, però, l'Europa era piena di squadroni e budget stratosferici. E poi certi campi... Glyfada, ad Atene, era un posto terribile, fa paura a ripensarci. Gente seduta accanto alla panchina, ambiente bollente.
I successi arrivarono. Sì, per approccio, mentalità, coesione, quelli furono grandi gruppi, gente super. A Ginobili ho mandato un messaggio su Facebook quando ha smesso, Danilovic è presidente della federazione serba. Frosini fa il manager a Reggio e la prima telecronaca che feci per la Rai fu lì. Altri li ho rivisti al derby di beneficenza lo scorso anno. Sempre un piacere.
Anni anche di grandi patron. Con Cazzola ci siamo visti al palazzo per le finali di A2 con Trieste. Madrigali non fece tutto male come pensa chi ricorda solo le cose negative. Quando la Virtus vinse l'Eurolega nel 2001, il presidente era lui.
La nuova Virtus? L'ho guardata in TV contro Trieste. E' all'inizio e non mi va di giudicare, però mi pare costruita bene, con equilibrio. Poi c'è Punter: ha fatto dei canestri con le mani in faccia, non farà sempre 9/9, ma mi sembra un talento vero. Più in generale mi pare che in Champions League il livello tecnico sia alto, ci sarà da affrontare le trasferte, giocare spesso. Ma è un bene che la Virtus torni nelle coppe.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91