(foto Virtus Pallacanestro Bologna)
(foto Virtus Pallacanestro Bologna)

Alla fine, il copione è sempre quello. La Virtus gioca bene (almeno per alcuni tratti di partita) non sbraca mai, resta più o meno sempre a contatto, ma alla fine perde. Il film dell’Eurolega bianconera è questo: di dieci sconfitte - tolte Monaco e Madrid - otto sono arrivate con uno scarto risicato, tra 3 e 9 punti. Sono sempre i famosi dettagli, citati anche ieri sera da Luca Banchi, a fare la differenza. Ieri sera Diouf - a cui sono capitati in mano due palloni decisivi - ha prima messo un pregevole piazzato, poi fatto 0/2 dalla lunetta. E Clyburn, ieri decisamente in serata positiva, ha prima messo la tripla della speranza, poi ha sbagliato la successiva, non riuscendo infine a difendere su Shorts. In ogni caso, si è arrivati all’ultimo tiro ma alla fine la vittoria è stata di Parigi. Banchi ha detto che la squadra deve continuare a credere in se stessa perchè ha dimostrato di potersela giocare con tutti ed è senz’altro vero, ma è anche vero che il campo non mente mai: se dopo più di un terzo di stagione i bianconeri sono ultimi un motivo ci sarà.  

Il punto sembra essere sempre quello: la squadra a livello numerico ha 14 giocatori, ma i risultati dicono che non è attrezzata a sufficienza per poter reggere l'enorme impegno fisico e tecnico dell’Eurolega. Ieri Banchi nel primo tempo ha provato ad allungare le rotazioni - anche per rispondere all’energia di Parigi - ma poi per avere certezze è dovuto andare sempre con i soliti, compreso uno Shengelia stanchissimo dopo aver giocato 70 minuti in due partite nazionali. La coperta è corta, non ci sono dubbi. Per invertire la tendenza di questa stagione, avendo le risorse, bisognerebbe andare sul mercato. Ma risorse extra - per volontà della proprietà - non ce ne sono. Per cui bisogna prima cedere qualcuno, l'ultimo sul mercato pare Tucker - sempre più corpo estraneo alla squadra - e solo poi intervenire. Mica facile.

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