Nel programma "Fossa on the Radio, ieri sera, i rappresentanti del tifo organizzato hanno chiuso l'incidente diplomatico con Valerio Cucci alla fine della partita di domenica contro Piacenza.

"Nessuno mette in dubbio che, come dice Cucci, lui si faccia un culo così. Capiamo che 10 minuti di silenzio possano destabilizzare una mente già destabilizzata, ma quello è il loro lavoro. Dietro al mondo Fortitudo c'è un caos totale tra infortuni, società e americani, siamo corti, ma cerchiamo almeno di perdere provandoci. Prendere un 18-0 vuol dire aver mangiato patatine nello spogliatoio: il nostro striscione non è una critica ad un lavoro in settimana che noi non possiamo criticare perchè noi non vediamo, è un constatare che c'è un disimpegno che alle volte prende il sopravvento. Loro si faranno il mazzo, ma ce lo facciamo anche noi con le trasferte a Nardò, a San Severo, o a Torino senza pullman. Proviamo ad impegnarci sempre, e non per pochi minuti, anche se come diciamo da anni c'è caos e ambiente destabilizzante che non aiuta chi va in campo. I giocatori devono essere abbastanza grandini che non è il momento adatto per lamentarsi con chi paga un biglietto e fischia: la cosa migliore è tornare negli spogliatoi. Ad ogni modo, il gesto di Cucci è stato sicuramente criticabile, ma la polemica va sopita: in un ambiente di pazzoidi lui è uno di quelli che si fa il mazzo ed è schizzato. Sicuramente ora non c'è da esagerare e provocarlo volontariamente: il gesto è stato rivedibile, ma non c'è stata nessuna minaccia."

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FORTITUDO, SI PUNTA ADRIAN BANKS